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I giardini di via Libertà

Il primo tronco della via Libertà, compreso tre le piazze Ruggero Settimo e Castelnuovo, da un lato, e Francesco Crispi e Antonio Mordini, dall'altro, è ancora oggi il più bel viale alberato della nostra città.
Tracciata nel 1848, la sua edificazione ebbe inizio solo a partire dal 1884 con la lottizzazione del suo lato orientale, mentre sul lato opposto, che nel 1891 - 92 accolse le effimere architetture dell'Esposizione Nazionale, la costruzione della cortina edilizia cominciò solo qualche anno prima della nascita del XX secolo.
Divenuta la strada preferita dalla borghesia palermitana, era celebre, come ci ricordano Adriana Chirco e Mario Di Liberto nel bel volume "Via libertà ieri e oggi", per le ville e le palazzine che la nuova classe dirigente e imprenditoriale della città vi fece costruire, tra il 1890 e il 1914, impegnando i migliori ingegneri e architetti del tempo.
Ma il viale, come è a tutti noto, nel 1976 poteva già dirsi in gran parte irrimediabilmente perduto. Il Piano Regolatore Generale di Palermo del 1962, infatti, lo consegnò alle società immobiliari che in pochissimi anni sostituirono più del 60% dei suoi edifici originari; quelli scampati alla demolizione sono oggi sovrastati da moderni edifici condominiali, molti dei quali privi di qualità architettonica.
Osservando le belle immagini d'epoca del viale si può facilmente cogliere un elemento che, insieme ai platani, ha da sempre caratterizzato fortemente la strada: i giardini al piano terra di tutti gli edifici che su di essa si affacciavano.
Sebbene di piccole dimensioni, ci ricordano che per più di 40 anni dalla sua realizzazione, la nuova strada fu fiancheggiata soltanto dai lussureggianti "giardini" che allora punteggiavano gran parte della Conca d'Oro.
Oggi solo alcuni degli edifici scampati al "sacco di Palermo" conservano questi piccoli giardini, degli altri è possibile riconoscere soltanto qualche elemento superstite delle antiche recinzioni.
Di questi fazzoletti di verde perduti è facile fare un inventario. Percorrendo il viale da piazza Ruggero Settimo verso il giardino all'inglese, sul lato destro troviamo i giardini di:
1.   Palazzo Giandalia Oliva, ad angolo con piazza Ruggero Settimo, al civico 3;
2.   Palazzo Alliata Cardillo, con ingresso al civico 19 di via Torrearsa;
3.   Palazzo Rutelli, con ingresso al civico 77 di via Quintino Sella;
4.   Palazzo Savona, al civico 37.
Sul lato opposto di via Libertà sopravvive soltanto il giardino di Palazzo Di Chiara, con accesso da via Carducci. E' opinione di chi scrive che sia possibile il ripristino, se non di tutti, di almeno parte di questi cinque giardini, coinvolgendo anche i loro proprietari. Il loro recupero potrebbe comunque conciliarsi con l'attuale destinazione commerciale dei magazzini di cui sono pertinenze, così come è accaduto per molti degli analoghi giardini ancora oggi esistenti.
L'altro elemento che da sempre caratterizza il viale è la sua alberatura, così bene rappresentata in numerosi dpinti di Michele e Aurelio Catti. Come le belle palazzine liberty, numerosi platani centenari di via Libertà sono stati abbattuti negli ultimi anni perché uccisi dallo smog e dai parassiti. Le lacune nei due filari di alberi non sono state ancora del tutto colmate e ci auguriamo che presto, nel periodo indicato dai botanici, si provveda alla piantumazione di nuovi esemplari di platani, scegliendo per loro delle giaciture che possano schermare i nuovi edifici del viale.
Il sacco di via Libertà non ha risparmiato neppure le Piazze Mordini e Crispi. Come è a tutti triestemente noto, di Villa Deliella, dopo la vandalica demolizione del 1958, sopravvive soltanto la recinzione con due pilastrini angolari e alcuni tratti della elegante cancellata in ferro battuto. Sulla sua area di risulta oggi sono un parcheggio con autolavaggio e qualche albero. Auspichiamo che la recinzione del capolavoro liberty di Ernesto Basile possa essere restaurata, che i cartelloni pubblicitari ad essa addossati, che deturpano Piazza Crispi, vengano rimossi e che al posto dell'attuale parcheggio possa essere impiantato un nuovo giardino pubblico.
Anche l'arredo urbano delle Piazze Mordini e Crispi, tracciate contemporaneamente alla strada della Libertà, negli ultimi 40 anni è stato mortificato da interventi estemporanei, progettati senza alcun riguardo per i suoi elementi originari. Per restituire il giusto decoro alle due piazze, vorremmo suggerire alcuni interventi di facile realizzazione. Innanzitutto, la sostituzione delle attuali cinque diverse pavimentazioni dei marciapiedi con una sola analoga a quella originaria. Ancora, il ripristino della bella cancellata che fino al 1939 cingeva il Monumento a Francesco Crispi. Infine, la sostituzione delle attuali tabelle stradali in plastica, apposte nella metà degli anni ottanta, con tabelle marmoree secondo il disegno dell'unica originaria che ancora si conserva sul muro di recinzione dell'Ex Istituto delle Croci.
Anche questo edificio, progettato dal Basile, meriterebbe un recupero che attendiamo da sessanta anni, tanti quanti ne sono trascorsi dai bombardamenti che lo danneggiarono gravemente.
Non ci sfugge che alcune delle idee che abbiamo espresso risultino di non facile e concreta realizzazione, ma auspichiamo che possano essere prese in considerazione quando si entrerà nel merito della progettazione dell'intervento di riqualificazione di via Libertà proposto nell'ambito dei PRUSST e che prevede la costruzione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Francesco Crispi. Sarebbe un piccolo risarcimento alla città per la perdita della sua strada più bella.


                                                                                                                                              Giovanni Renna

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